martedì 21 ottobre 2014

Chiamate la levatrice - Recensione

Ecco uno di quei libri di cui parlavo nell'ultimo post; solitamente non sarei stata attratta da un simile titolo, ma leggendo alcune recensioni ben fatte mi sono convinta a prenderlo. Ottima decisione, direi.

A me non piacciono i libri storici. Ecco, l'ho detto. Ma in realtà qui si tratta di molto più di questo: Jennifer Worth ci descrive per filo e per segno la vita delle donne nella Londra degli anni 50, con uno sguardo che si amplifica alla storia degli anni precedenti, anche prima della guerra, con qualche paragone con la situazione sociale e sanitaria di oggi. Rimarrete incollati, non riuscirete a smettere di leggere.

Attenzione però, quello che troverete in questo prezioso diario di circa 500 pagine sarà duro da mandare giù, il più delle volte. La situazione precaria e ingiusta di donne vedove, giovanissime madri, prostitute e sfortunate di ogni tipo incontreranno il vostro sdegno oltre alla vita professionale della protagonista, giovane levatrice della Nonnatus House, nel quartiere più povero di Londra. La sua abilità sta nell'addolcire la pillola, tra un capitolo tremendo e l'altro, raccontandoci anche di storie di amore, dignità, rispetto nonostante la miseria, lieto fine e incredibile capacità di accettazione. Padri orgogliosi e madri disperate si affollano nel degrado della capitale inglese di metà secolo, creando un contrasto molto forte con l'esterno, il resto della città. In effetti, in Chiamate la levatrice è un po' come se Jenny ci parlasse dell'est di Londra come di una città a parte, con le sue regole e il suo mondo un po' anacronistico, essendo la parte più colpita dai bombardamenti e non ancora abbattuta e ricostruita come gli altri quartieri circostanti...

Dunque, molto più di un diario, molto più di un libro di storia, molto più di un romanzo, eppure un po' di tutto questo; le figure delle suore, in particolare, apriranno i vostri orizzonti e vi sembreranno esempi moderni di giustizia, dedizione e amore incondizionato, persone eccezionali che tendono a perdonare e aiutare invece che condannare e giudicare.
Non è necessario essere femministe per sentirsi parte integrante della storia e sinceramente sdegnate per il trattamento riservato a queste povere donne, basta avere in se' un minimo di coscienza. La stessa che vi farà sentire incredibilmente fortunate, a fine lettura. Chapeau.


Chiamate la levatrice - Jennifer Worth
Sellerio editore - 493 pagine
12,75 euro

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