venerdì 22 gennaio 2016

Shirley - recensione (entusiasta)

Finalmente!

Finalmente un libro COME SI DEVE. Sarò esigente, ma sono stanca di inseguire perennemente un libro con la L maiuscola, di quelli che quando li chiudi rimani con l'occhietto ammirato e già nostalgico, di quelli che ti fanno dire "Ohh, finalmente!".
E Shirley è uno di quelli.

Nella mia ignoranza, sono venuta a sapere da poco di questo romanzo di Charlotte Brontë, però a mia discolpa posso aggiungere che le precedenti edizioni, secondo la mia ricerca, erano penosamente tradotte e fuori stampa, difficilmente reperibili e risalenti a decenni fa; questa edizione è di Fazi e vorrei intanto ringraziare questo editore, non nuovo ma riscoperto, che ultimamente sta sfornando una serie di titoli PRELIBATISSIMI per gli amanti del classico e non solo.

Chi ha letto Jane Eyre (su le mani!) potrebbe avvicinarsi a questo libro con emozione, ma allo stesso tempo anche con un poco di timore per quello che l'aspetta: sarà questo romanzo sull'onda del primo? Alla sua altezza? Resterò deluso? Ma per fortuna ne sono stata rapita, come ai tempi da Jane Eyre. Vediamo insieme la trama:

Yorkshire, inizio Ottocento. Shirley, giovane donna ricca e caparbia, si trasferisce nel villaggio in cui ha ereditato un vasto terreno, una casa e la comproprietà di una fabbrica. Presto fa amicizia con Caroline, orfana e nullatenente, praticamente il suo opposto. Caroline è innamorata di Robert Moore, imprenditore sommerso dai debiti, spietato con i dipendenti e determinato a ristabilire l'onore e la ricchezza della sua famiglia, minati da anni di cattiva gestione. Pur invaghito a sua volta della dolce Caroline, Robert è conscio di non poterla prendere in moglie: la ragazza è povera, e lui non può permettersi di sposarsi solo per amore. Così, mentre da una parte Caroline cerca di reprimere i suoi sentimenti per Robert - convinta che non sarà mai ricambiata -, dall'altra Shirley e il suo terreno allettano tutti gli scapoli della zona. Ma l'ereditiera prova attrazione per un insospettabile... "Shirley" si inserisce nel grande filone del romanzo sociale inglese di inizio Ottocento: i suoi personaggi vivono gli avvenimenti storici dell'epoca - le guerre napoleoniche e le lotte luddiste -, facendo i conti con le contraddizioni del progresso industriale e offrendo spunti di riflessione sul lavoro, sul matrimonio e sulla condizione della donna.

Da qualche parte ho letto che il titolo del romanzo è l'unico punto col quale si possa dissentire: e in effetti è così anche per me. La citata Caroline non è un personaggio come gli altri, anzi le si dà veramente moltissimo spazio per una vasta parte del romanzo; è da considerarsi una coprotagonista insieme all'amica, e forse le sono dedicate più pagine. Non potrete fare a meno di innamorarvene, perchè i suoi tratti più umili e modesti sovrastano quelli più marcati e orgogliosi di Shirley, anche se questa è da intendersi sempre in buona fede.

Se amate i romanzi di quest'epoca NON dovete perdervelo, ma la morale della quale Charlotte parla nelle ultime righe secondo me è stupenda e si richiama più volte nel corso del libro: le proteste delle donne nei confronti della società maschilista in cui vivono è molto forte, ma altrettanto accentuati sono i tratti virili e forti dell'uomo, a sostegno della propria donna. Questa, signore e signori, si chiama lungimiranza, prospettiva, giustizia. In una parola, si chiama PARITÀ.
Leggete e non ve ne pentirete. Dio salvi le Brontë.


Shirley - Charlotte Brontë
684 pagine di piacere
Fazi editore - 16,50 euro

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