Ci avviciniamo ad Halloween, direi che se mai esiste un periodo adatto a leggere questo libro, è proprio questo. So che è stato pubblicato un paio d'anni fa, ma non ero ancora riuscita a leggerlo; beh che dire, è una lettura per stomaci forti!
La protagonista è una ragazza con enormi problemi di ogni tipo, dal momento che ha subito un forte trauma pochi anni prima: il padre è stato trovato morto nella sua macchina in compagnia dell'amante, dopo essere caduto in un fosso, o meglio, un buco. Eh sì, devo specificare perché il buco è il fil rouge di tutto il romanzo, il punto di partenza e di arrivo di ogni vicenda.
Viola Di Grado ha scritto questo libro a soli 23 anni, ed è questo che mi ha colpito: una scrittura non facile, che ho dovuto abbandonare più volte perché realmente pesante, da non sorbire a cuor leggero (forse invece era meglio classificarla come lettura estiva, sotto un ombrellone in spiaggia, invece che in questo periodo di per sé già così buio e piovoso?), che scava e scava nella nostra coscienza ed è in grado di influenzarci e a volte farci sentire questa profonda depressione che vive Camelia, la protagonista. Tanto di cappello per questa penna che si direbbe appartenere ad una autrice ben più matura.
Ad essere sincera, mi sono chiesta un paio di volte se sarei riuscita a finirlo, ma alla fine penso che ne sia valsa la pena.
Non adatto a chi cerca solo il lieto fine. Non è Jane Austen, tanto per capirci.
Settanta acrilico trenta lana - Viola Di Grado
Edizioni e/o
189 pagine
16 euro
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