giovedì 3 aprile 2014

BUIO per i Bastardi di Pizzofalcone

Ok, ci risiamo.
Maurizio de Giovanni mi solleva le serate. Per me sta diventando un classico come Conan Doyle, ovvero qualcosa che non delude, qualcosa che leggo quando voglio andare sul sicuro.
Questo è il secondo capitolo della saga dei Bastardi di Pizzofalcone, uscito qualche mese fa per Einaudi, ma solo adesso sono riuscita a metterci le grinfie sopra e leggerlo.

Lo stile di questo autore è diventato familiare e piacevole, anche se a furia di leggerlo a volte mi sembra di sapere come andrà avanti, le parole che sceglierà, e questo non sempre è positivo perché forse toglie qualcosa al piacere della lettura. SE PROPRIO devo trovare un difettuccio (che fatica!), devo dire che gli aneddoti raccontati tra un capitolo e l'altro per creare suspense e distoglierci per qualche minuto dal filo della trama sono un po' esagerati, un po' fuori dal mondo. Racconti forti, che partono dalla gelosia e finiscono a coltellate.
Ma poi mi ricordo che stiamo parlando di Napoli e mi dico: no, potrebbe essere effettivamente così. La violenza, il sangue che esce da questa città si mescolano al calore, alle tradizioni, alla passione di una popolazione che palpita, nel vero senso della parola.

In questo romanzo i Bastardi sono alle prese con un caso di rapimento e quello che ci tiene il respiro in sospeso è il fatto che ci sia di mezzo un bambino, un piccolo innocente e ingenuo per la sua età, che vive in un mondo di fiducia e supereroi (da qui la copertina con Batman).
Amo il modo in cui l'autore ferma, rallenta e accelera lo scorrere del tempo, così come amavo i ritmi talvolta rallentati delle stagioni del commissario Ricciardi e non vedo l'ora di leggere ancora di lui.
Per il momento, gustiamoci la contemporaneità dei personaggi di de Giovanni, sempre descritti in modo impeccabile, che si fanno amare o odiare e mai ci lasciano indifferenti.


BUIO per i Bastardi di Pizzofalcone
Maurizio de Giovanni
Einaudi
313 pagine
18 euro

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