giovedì 20 marzo 2014

Libri Social: un passo avanti nell'era della condivisione?

Piano piano mi sembra che il mercato librario stia entrando a contatto con quello dei Social, anche se non sono chiare le direttive e penso che a livello italiano siamo ancora della fase conoscitiva, si stanno prendendo le misure.
L'esempio più lampante è l'acquisizione del social 'letterario' aNobii da parte di Mondadori, notizia (diffusa via Twitter!) che sta imperversando in questi giorni. Non so se questo cambiamento produrrà modifiche effettive all'interno del social, che è ampiamente utilizzato dagli amanti della lettura italiani e non, ma sicuramente è un fatto interessante.

L'amministratore delegato di Mondadori, Ernesto Mauri, afferma di essere estremamente interessato al concetto fondamentale di aNobii, che è quello di porre il lettore al centro, di ascoltare quelli che sono i suoi desideri e le sue aspettative. Speriamo.
La bellezza di aNobii sta proprio nel fatto di poter creare una libreria virtuale che rispecchi i nostri gusti e i nostri sogni, con una lista desideri che ci ricorda sempre che il tempo è troppo poco e le pagine son tante.
"Quando penso ai libri che mi restano ancora da leggere, ho la certezza di essere felice." 
Jules Renard 

 E ovviamente, anche in questo caso la parola d'ordine è condivisione, come in ogni Social che si rispetti!
Condividere opinioni, recensioni, consigli, citazioni, chiacchiere, aderire a gruppi e preferenze.

A questo proposito e sempre in ottica Social, vorrei condividere una breve intervista fatta a Barbara Sgarzi, autrice di un'e-book interessante dal titolo Social Media ed editoria. 21 voci autorevoli raccontano strategie, opinioni e strumenti . Il ricavato sarà devoluto a favore di SOS Bambini, un'associazione che si occupa di minori che vivono in strutture educative e orfanotrofi e che, a detta dell'autrice, spesso non hanno un comodino personale sul quale appoggiare libri cartacei.
E' interessante il suo punto di vista perché ci aiuta a capire l'importanza di avere dei professionisti dell'editoria coinvolti nel mondo dei lettori, dagli editori agli autori stessi, per capirne gli interessi e i desideri. 
Voi pensate che ne valga la pena? O tenete per voi le vostre preferenze libridinose?


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