venerdì 28 febbraio 2014

Tristezza a palate

Ragazzi, non ci siamo. NCSP.
Ogni tanto (diciamo a fine anno o all'inizio di quello successivo) vado a cercarmi le statistiche sul numero dei lettori in Italia.
Perché voglio farmi del male, mi piace. Questa può essere l'unica ragione.
O forse perché per un po' voglio illudermi che le cose siano cambiate, almeno un pochino. Voglio credere che ci sia un piccolo miglioramento, del tipo che capendo quale sia il livello medio dei programmi che ci propina la tv, alcune persone - almeno alcune- abbiano deciso, anche per disperazione, di tentare un'altra strada, quella della lettura.
E invece no. La situazione non solo non è migliorata, ma è addirittura peggiorata di qualche punto percentuale: l'Istat mostra che il numero di lettori deboli in Italia nel 2013 è stato del 43% (a fronte di un 46% nell'anno precedente); per i non addetti ai lavori questa percentuale indica le persone che nel corso dello scorso anno hanno letto un solo libro. Quelle che hanno letto circa un libro al mese o di più - i cosiddetti lettori 'forti'- rappresentano il 13,9% della popolazione italiana, mentre in mezzo ci sono una serie di persone che hanno letto chi almeno 3, chi almeno 5 libri e chi non NE HA LETTO NEMMENO UNO, nel corso di 12 mesi.
Vorrei specificare una piccolezza, che tanto piccola non è: con il termine 'libri' non si intendono solo quelli acquistati, ma anche quelli presi in prestito in biblioteca, o semplicemente acchiappati dalla libreria di casa; eh sì, perché è saltato fuori che una famiglia su dieci non possiede nemmeno un libro tra le mura domestiche.
In una famiglia su dieci un bambino non ha la possibilità di leggere, di sfogliare, di imparare, di divertirsi aprendo un libro e questo vale anche per gli adulti, perché non si smette mai di imparare ma soprattutto di avere bisogno di crescere, nella mia modesta opinione.

Oberati di carta
La fascia d'età più dedita alla lettura resta quella tra gli 11 e i 14 anni, ma in effetti questi sono anche gli anni in cui la scuola assegna un maggior numero di libri da leggere per compito, mentre è assai difficile che i ragazzi leggano di loro iniziativa, A MENO CHE non siano stati avvicinati ed educati alla lettura da piccoli, quindi da parte della famiglia in primis.
C'è un inversione per quanto riguarda invece il numero di libri SCRITTI da italiani, che è pari all'85% del mercato globale italiano. Una miriade di nuove opere si accumula sugli scaffali delle librerie senza che nessuno li legga, in un paradossale circolo vizioso.
Sono veramente pochi gli autori dotati di un talento divino e innato, che non hanno tratto alcun beneficio dalla lettura e che sappiano scrivere in modo eccellente nonostante questo; al contrario i bravi scrittori risultano quasi sempre essere accaniti lettori, dipendenti dalla carta stampata. Le conclusioni traetele voi.

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